22Dec

Il ritorno del vinile a Cuba: un dj italiano protagonistaIn un vecchio magazzino situato lungo l'Avenida del Puerto, l'antica magia dei dischi in vinile è tornata a rivivere. Dj cubani e internazionali si sono riuniti per mixare musica utilizzando questo supporto che sembrava appartenere a un'epoca passata. Tra loro c'era anche Gian Luca Trusso, un dj italiano che ha contribuito a riportare in scena il fascino del vinile.

Un evento ricco di nostalgia e passione Oltre alle performance musicali, l'evento ha ospitato una fiera dedicata ai collezionisti e agli appassionati di musica. Qui è stato possibile scambiare o acquistare dischi, con un'attenzione particolare per quelli di musica cubana, noti per le loro copertine artistiche e colorate. Questo incontro ha celebrato non solo la musica, ma anche l'importante ruolo che il vinile ha avuto nella cultura musicale dell'isola.

Un passato gloriosoCuba ha avuto un ruolo di primo piano nella produzione e distribuzione di vinili, grazie alla creazione della società Panart. Questa realtà locale produceva dischi direttamente sull'isola e si confrontava con giganti globali come RCA Victor e Columbia, che invece importavano i loro prodotti. La rivoluzione del 1959 segnò un punto di svolta: lo Stato intervenne nel settore, le aziende transnazionali lasciarono il paese e nel 1964 nacque la società nazionale EGREM, che mantenne il monopolio del mercato fino agli anni '80, quando nuovi formati iniziarono a prendere piede.Il futuro del vinile a CubaNonostante il progresso tecnologico, il fascino del vinile sembra intramontabile. Lo scorso mese, i dirigenti di EGREM hanno annunciato l'intenzione di riprendere la produzione di dischi in vinile entro il 2025, anche se in quantità limitata. Questo progetto potrebbe segnare un nuovo capitolo nella storia musicale cubana, unendo passato e presente in un connubio affascinante.

08Nov

Negli anni ’40, in pieno fermento industriale, l'industria musicale era in cerca di un supporto più resistente e duraturo rispetto al fragile disco a 78 giri in gommalacca. 

Questo tipo di disco, utilizzato fin dall’inizio del Novecento, era infatti fragile e offriva una qualità sonora limitata. Fu in questo contesto di innovazione che nacque il disco in vinile, un supporto che avrebbe rivoluzionato per sempre la fruizione della musica.

Nel 1948, la Columbia Records presentò al pubblico un nuovo formato: il disco a 33 giri, realizzato con un materiale chiamato cloruro di polivinile, abbreviato in “vinile.” Questo materiale era più leggero, resistente, e, soprattutto, consentiva una riproduzione sonora più nitida e duratura. 

Il disco in vinile offriva fino a 22 minuti di registrazione per lato, contro i circa 4 minuti dei precedenti 78 giri. Questo rappresentò una svolta epocale, aprendo la strada alla diffusione di album completi, che potevano contenere un'intera collezione di brani senza interruzioni frequenti.

Il vinile divenne rapidamente il formato preferito non solo per la sua qualità sonora, ma anche per la sua durabilità e praticità. Negli anni ’50 e ’60, con la diffusione della musica rock e pop, i dischi in vinile divennero oggetti iconici, spesso con copertine elaborate, e iniziarono a rappresentare non solo la musica, ma anche lo stile e la cultura di intere generazioni.

Negli anni ’80, con l’arrivo dei CD, il vinile andò in declino, fino a quasi scomparire dai negozi. Ma negli ultimi anni ha visto un ritorno inaspettato: appassionati e collezionisti, attratti dal suono caldo e autentico del vinile, hanno riportato in auge questo formato. Oggi, il disco in vinile non è più solo un pezzo da collezione: rappresenta una fetta significativa del mercato musicale globale. La sua produzione è in costante crescita, e le vendite di vinili, trainate da una nuova generazione di appassionati, continuano a segnare record, dimostrando che il vinile è tornato, più rilevante che mai, a conquistare un posto fondamentale nell’industria musicale.