13Nov

Anche un oggetto leggendario come il Jukebox, che oggi evoca le atmosfere iconiche degli anni cinquanta, ha avuto il suo debutto. 

La sua nascita risale al 23 novembre 1889, precisamente un sabato sera, quando fece la sua prima apparizione a San Francisco, al Palais Royale Saloon. 

Fu frutto dell’ingegno di Louis Glass e William S. Arnold, che lo realizzarono nella fabbrica della Pacific Phonograph Company. Ispirato al celebre fonografo di Thomas Edison, questo apparecchio, che inizialmente assomigliava a un grande carillon, destinato a un incredibile successo, divenne uno degli accessori più amati nei bar e nei locali di intrattenimento. 

La sua struttura originaria era una semplice cabina di legno, e per ascoltare la musica bastava inserire un nichelino, ovvero cinque centesimi di dollaro. 

Un altro aspetto curioso: inizialmente il jukebox era dotato di quattro tubi di gomma che dovevano essere posizionati all'orecchio per poter sentire la musica. 

Solo molti anni dopo divenne l'oggetto iconico che conosciamo, anche grazie alla sua comparsa in serie come Happy Days, dove Fonzie lo rimetteva in funzione con un pugno. 

Il jukebox moderno, come lo vediamo oggi, fece il suo debutto nel 1927 e poteva contenere fino a 12 dischi da 78 giri, ma la sua produzione fu interrotta durante la Seconda Guerra Mondiale. Negli anni cinquanta, però, ci fu un nuovo boom, grazie alla voglia di svago della gioventù, e i jukebox vennero adattati per riprodurre anche dischi da 45 giri. 

In Italia, per ascoltare una canzone bastavano 50 lire, mentre con 100 lire si potevano ascoltare tre brani, così i ragazzi avevano più tempo per ballare e conoscere il proprio partner. 

Oggi, con il ritorno del vinile, i jukebox restaurati stanno tornando in voga, soprattutto tra coloro che vogliono dare un tocco vintage e colorato ai propri locali.

Il 23 novembre segna anche il compleanno di Franco Nero, nato nel 1941 a Parma. Attore di grande talento, è noto per il suo ruolo leggendario nel film Django di Sergio Corbucci, dove interpretò un pistolero implacabile, diventando un’icona del genere Spaghetti Western. 

La sua interpretazione di Django divenne subito un cult, simbolo di un'epoca segnata dalla violenza esplicita sul grande schermo. 

Il 1966 fu un anno straordinario per Franco Nero, che in pochi mesi divenne una star internazionale e un sex symbol, con ben otto film in un anno e lo stesso numero l’anno successivo. Come Clint Eastwood nel ruolo del "pistolero senza nome" o Sean Connery con James Bond, anche Franco Nero dovette convivere con l’eredità del suo personaggio di Django. 

Da un lato cercò di allontanarsi da quell'immagine per dimostrare le sue capacità artistiche, dall’altro alimentò il mito di Django. Ha dichiarato: “La star è chi fa un film all’anno interpretando sempre lo stesso ruolo. L’attore, invece, è chi cerca costantemente qualcosa di nuovo, anche dentro se stesso”.